Qualche spunto Random regione per regione. Ovviamente è tutto in continua evoluzione. Quale altro luogo vorresti vedere qui?
ITALIA SI', ITALIA NO... Bando agli stereotipi!
Faccio una premessa: per ovvi motivi ammetto di essere innegabilmente di parte sulla questione Belpaese.
Ma più viaggio e più capisco come mai sia così facile alimentare lo stereotipo dell’italiano medio che mette piede all’estero. Eterni mammoni (ma in realtà alla sera bisogna sentire anche papà, nonna, nonno, zio e zia), perennemente alla ricerca del cibo casalingo (che poi inevitabilmente non è mai all’altezza delle aspettative), in costante modalità lamentela-ON contro il meteo (che a seconda dei casi è troppo caldo, umido, freddo, ventoso, grigio, variabile rispetto a casa), decisamente troppo caciaroni (oltre a gesticolare assennatamente in ogni situazione… sì, anche al telefono), sempre con l’ansia di prendere il temutissimo colpo d’aria (sapevate che l’Italia è anche la nazione al mondo che utilizza di più l’asciugacapelli ?), che preferirebbero morire di sete piuttosto di bere l’acqua di rubinetto (e con inconfutabili storie pronte all’uso su qualche cugino finito all’ospedale per averlo fatto troppo a lungo), fashionisti modaioli fino al midollo (che inorridiscono nel vedere il calzino bianco che spunta dalla scarpa), sempre pronti a fare paragoni con casa propria (bella Miami, sembra un po’ Jesolo…), eterni avventurieri alla ricerca di un buon espresso, coloro che fanno sempre le cose « umma umma », quelli che non rispettano le regole, ritardatari cronici… e mi fermo qua, ma potrei andare avanti per ore.
Insomma: dei veri e propri diffidentoni che quando si mettono in viaggio sembra che debbano partire per una missione suicida.
Ma nonostante tutto, la maggior parte dei paesi nutre un’incredibile simpatia nei nostri confronti. Come mai ogni volta che dico di essere italiano la maggior parte delle persone fa gli occhi a cuoricino? Perchè mi dicono che il loro sogno è quello di vivere in Italia? Perchè un paese che rappresenta solo lo 0,06% della superficie e lo 0,8% della popolazione mondiale è cosi’ conosciuto e apprezzato? Capisco allora che qualche motivo ci dovrà pur essere, e anche che non sia facile per tutti lasciare a cuor leggero un paese dove, in fin dei conti, non si sta proprio male. (Certo, chiudiamo un occhio su questioni spinose come mafia, divario nord-sud, burocrazia, corruzione, sprechi, ma nessuno è perfetto no?)
Tutto questo sproloquio per dire: sì, amo viaggiare e sì, sempre il più lontano possibile, e sì, non mi sento affatto l’italiano medio che poco si adatta e tanto si lamenta. Ma sono anche consapevole della fortuna che ho, come italiano, di essere nato e cresciuto nel mio paese. Ogni volta che torno in Italia ne approfitto per scoprire qualche angolino che ancora non conoscevo. E ogni volta riesco ad innamorarmi di una scogliera che non avevo ancora visto, di un’espressione che non avevo ancora sentito, di un sapore non ancora gustato, di un’accoglienza che non avevo ancora ricevuto. Lo so, sei difficile, complicata, sregolata, scostante, rumorosa. Ma ogni volta che rifaccio la valigia per lasciarti ci metto dentro anche un po' di tristezza. Italia, sei unica.
Ma più viaggio e più capisco come mai sia così facile alimentare lo stereotipo dell’italiano medio che mette piede all’estero. Eterni mammoni (ma in realtà alla sera bisogna sentire anche papà, nonna, nonno, zio e zia), perennemente alla ricerca del cibo casalingo (che poi inevitabilmente non è mai all’altezza delle aspettative), in costante modalità lamentela-ON contro il meteo (che a seconda dei casi è troppo caldo, umido, freddo, ventoso, grigio, variabile rispetto a casa), decisamente troppo caciaroni (oltre a gesticolare assennatamente in ogni situazione… sì, anche al telefono), sempre con l’ansia di prendere il temutissimo colpo d’aria (sapevate che l’Italia è anche la nazione al mondo che utilizza di più l’asciugacapelli ?), che preferirebbero morire di sete piuttosto di bere l’acqua di rubinetto (e con inconfutabili storie pronte all’uso su qualche cugino finito all’ospedale per averlo fatto troppo a lungo), fashionisti modaioli fino al midollo (che inorridiscono nel vedere il calzino bianco che spunta dalla scarpa), sempre pronti a fare paragoni con casa propria (bella Miami, sembra un po’ Jesolo…), eterni avventurieri alla ricerca di un buon espresso, coloro che fanno sempre le cose « umma umma », quelli che non rispettano le regole, ritardatari cronici… e mi fermo qua, ma potrei andare avanti per ore.
Insomma: dei veri e propri diffidentoni che quando si mettono in viaggio sembra che debbano partire per una missione suicida.
Ma nonostante tutto, la maggior parte dei paesi nutre un’incredibile simpatia nei nostri confronti. Come mai ogni volta che dico di essere italiano la maggior parte delle persone fa gli occhi a cuoricino? Perchè mi dicono che il loro sogno è quello di vivere in Italia? Perchè un paese che rappresenta solo lo 0,06% della superficie e lo 0,8% della popolazione mondiale è cosi’ conosciuto e apprezzato? Capisco allora che qualche motivo ci dovrà pur essere, e anche che non sia facile per tutti lasciare a cuor leggero un paese dove, in fin dei conti, non si sta proprio male. (Certo, chiudiamo un occhio su questioni spinose come mafia, divario nord-sud, burocrazia, corruzione, sprechi, ma nessuno è perfetto no?)
Tutto questo sproloquio per dire: sì, amo viaggiare e sì, sempre il più lontano possibile, e sì, non mi sento affatto l’italiano medio che poco si adatta e tanto si lamenta. Ma sono anche consapevole della fortuna che ho, come italiano, di essere nato e cresciuto nel mio paese. Ogni volta che torno in Italia ne approfitto per scoprire qualche angolino che ancora non conoscevo. E ogni volta riesco ad innamorarmi di una scogliera che non avevo ancora visto, di un’espressione che non avevo ancora sentito, di un sapore non ancora gustato, di un’accoglienza che non avevo ancora ricevuto. Lo so, sei difficile, complicata, sregolata, scostante, rumorosa. Ma ogni volta che rifaccio la valigia per lasciarti ci metto dentro anche un po' di tristezza. Italia, sei unica.
Che abbiate a disposizione due giorni, un weekend, una settimana o più, vedete voi. Qui ci sono alcuni spunti per ispirare i vostri viaggi nelle più belle regioni italiane! Cosa vedere in Italia in due giorni? Cosa fare in un weekend? Scegliete la regione e partite!